Battesimo del Signore
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
12-01-2019
BATTESIMO DEL SIGNORE
Domenica 13 gennaio 2019
La festa del battesimo di Gesù che oggi celebriamo conclude il tempo di Natale e ci introduce alla vita pubblica di Gesù. È importante entrare nelle ragioni per cui Cristo ha voluto iniziare il suo ministero in Israele proprio con questo misterioso gesto di penitenza.
Voleva essere in tutto simile a noi, soprattutto nel segno dell’umiltà, quella che inaugurò con la sua nascita a Betlemme, in una stalla, scartato da coloro che quella notte dissero: “Qui non c’è posto per te”.
E se le ultime parole del Signore su questa terra ai suoi discepoli, sono state: "Andate, fate discepoli tutti i popoli e battezzateli nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo", ciò significa che quel gesto è importante perché per seguire Gesù non è sufficiente conoscere le dottrine di Gesù, conoscere i valori cristiani…ma essere “immersi” in Lui, essere uniti in modo esistenziale al Signore. Ma che cosa voleva fare Giovanni Battista, attraverso il battesimo da lui impartito? Invitava il popolo a prepararsi, attraverso la purificazione del cuore, alla venuta del Messia.
Mai avrebbe immaginato che il Messia in persona si sarebbe un giorno presentato da lui chiedendo anche per sé la purificazione dell’acqua. Sì forse ricordava che a quel suo cugino era capitato di nascere in una stalla a Betlemme, nell’umiltà, ma forse erano cose un po’ dimenticate…E infatti tenta di sottrarsi a tale paradossale situazione dicendo: Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me? Giovanni, come ogni buon israelita, attendeva l’arrivo del Messia che immaginava dovesse avvenire con potenza e splendore. Egli avrebbe fatto giustizia, abbattendo i nemici e liberando con il suo potere regale tutti coloro che si erano mantenuti fedeli all’alleanza con Dio. Forse proprio per questo – per correggere le immagini che del Messia Israele si era costruite – Gesù inizia – da adulto-  a rivelarsi nell’umiltà. Il modo agire di Dio cioè non è la violenza, non è il clamore: non griderà – aveva già profetizzato Isaia – né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Forse è proprio l’umiltà, ce lo ricorda l’inno della Lettera ai Filippesi: Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. In quel Cristo «umiliò sé stesso», conosciamo non solo lo stile di Gesù ma anche lo stile del cristiano: l’umiltà, ci ricorda papa Francesco, è “uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!”.
Ecco cosa ci dice questa festa del Battesimo del Signore, ci fa cogliere lo stile di Gesù che è anche lo stile missionario dei discepoli: annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza gridare, senza sgridare qualcuno, ma con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione. La vera missione, ci ricordava Benedetto XVI, non è mai proselitismo ma attrazione a Cristo. Ma come? Come si fa questa attrazione a Cristo? Con la propria testimonianza, a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli. Questa festa ci fa riscoprire il dono e la bellezza di essere un popolo di battezzati, cioè di peccatori – tutti lo siamo – di peccatori salvati dalla grazia di Cristo….Il Battesimo – diceva ancora papa Benedetto - è il ponte che Gesù ha costruito tra sé e noi, la strada per la quale si rende a noi accessibile; è l'arcobaleno divino sulla nostra vita…
 

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