Solennità della Santissima Trinità
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
16-06-2019
SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Domenica 16 giugno 2019
Omelia difficile per certi versi quella di oggi, la Trinità è uno dei due principali misteri della fede… Unità e Trinità di Dio e Incarnazione, passione, morte e resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.  Ma nello stesso tempo stando alla rivelazione di Gesù, ci è stato svelato che, come diceva don Tonino Bello, “ stringi stringi, il nucleo di ogni Persona divina consiste in una relazione…E questo qualcosa è che anche ognuno di noi, in quanto persona, stringi stringi, deve essere essenzialmente una relazione. Un io che si rapporta con un tu. Un incontro con l’altro. Al punto che, se dovesse venir meno questa apertura verso l’altro, non ci sarebbe neppure la persona. Un volto, cioè, che non sia rivolto verso qualcuno non è disegnabile… nel suo discorso sulla Trinità monsignor Bello riporta cosa gli disse un amico sacerdote che lavorava con i Migranti: “Io ai miei zingari sai come spiego il mistero di un solo Dio in tre Persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio, cioè, non c’è una Persona che si aggiunge all’altra e poi all’altra ancora. In Dio ogni Persona “vive per l’altra”.  E sai come concludo? Dicendo che questo è uno specie di marchio di famiglia. Una forma di ‘carattere ereditario’ così dominante in ‘casa Trinità’ che, anche quando è sceso sulla terra, il Figlio si è manifestato come l’uomo per gli altri”. Ecco allora che possiamo dire che l’uomo è icona della Trinità (“facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza” dice il libro della Genesi) e che pertanto, per quel che riguarda l’amore, è chiamato a riprodurre la sorgività pura del Padre, l’accoglienza radicale del Figlio, la libertà diffusiva dello Spirito.
Se oggi dobbiamo apprendere con urgenza un insegnamento da questo mistero, è proprio quello della revisione dei nostri rapporti interpersonali. Oggi non è l’incontro con l’altro che affascina, ma il bastare a se stessi, oggi non ci sono le grandi aperture e sogni avvenuti con la caduta del famoso Muro, ma quasi una corsa ad alzarli di nuovo dal Messico alla terra Santa. Affascina il
ripiegamento nel guscio, su se stessi e l’altro, lo vediamo più come limite del nostro essere, della nostra libertà, che come soglia dove cominciamo a esistere veramente, in pienezza.
La festa della Santissima Trinità ci dice che Dio non è solitudine, immutabile perfetta, ma è comunione, festa, famiglia, amore, tensione dell'uno verso l'altro. E’ una grande lavoro di conversione, ma unico che può ancora dare speranza a questo nostro mondo trincerato su se stesso…
 

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