XXVII Domenica del Tempo ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
04-10-2019
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 6 ottobre 2019
Bella l’invocazione dei discepoli: «Accresci in noi la fede!».
E ancor più bella e provocatoria la risposta di Gesù:
«Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
Ci sembra una cosa impossibile, va al di là delle leggi di natura…quasi un battuta…eppure questa fede, questa forza, questi alberi piantati in un mare, cioè in una vita che fluttua, che cambia continuamente…ci sono e chi ha la grazia di entrare in alcune famiglie, specie quelle abitate da persone ammalate, anche della nostra comunità, specialmente nella cura di figli verso i genitori colpiti da quelle malattie che ti tolgono anche la personalità e che non riconosci più….
Esiste questo amore forte capace di spostare le foreste nel mare, anche se piccola, umile come un granello di senapa…l’amore, la fede di chi non ha gettato spugna. Uomini e donne che non si arrendono, che lo sappiano o non perché discepoli del seminatore, di chi confonde la propria ostinazione con la verità.
Non quella urlata e impugnata come un’arma per gridare addosso agli altri. Non la fede di chi pensa di parlare al posto di Dio. Ma quella piccola e povera che è la nostra fede e di cui San Francesco nella sua umiltà aveva coscienza di avere….
E questa nasce dalla Parola seminata nei nostri cuori, cresce in mezzo alla zizzania del mondo e del nostro cuore, ma tende verso il sole che la fa maturare, anche se in un tempo il nostro di vero e proprio disboscamento dell’anima, della dimensione spirituale, di una desiderio di laicizzazione estremo.
Ma Gesù ci dice una parola forte che forse a primo avviso ci fa star male…quel  dite: “Siamo servi inutili”. Servi inutili, dove il significato del termine inutili, come fa notare Ermes Ronchi, vuol dire senza pretese, senza esigenze, senza rivendicazioni. Ci basta sapere di essere discepoli del Dio servo per amore. E non pretendiamo di essere applauditi e riveriti, riconosciuti e gratificati. Ma com’è possibile, come farlo o riuscirci? Seguendo l’invito dell’apostolo Paolo a Timoteo che ci ricorda di “ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani.”
Tutti abbiamo ricevuto dei doni da Dio, il più grande il battesimo che ci ha reso figli e figli amati, ma è così facile dimenticare questa dignità per cui abbiamo bisogno di ravvivarla ogni giorno nell’ascolto della Parola, nella preghiera, con una vita ricca d’amore.
 

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