Io e la mia famiglia ringraziamo per l'invito che ci è stato rivolto di partecipare a questa Manifestazione della Giornata della Riconoscenza.
In realtà riteniamo di non avere alcun merito per ricevere, noi, qualsivoglia riconoscimento per un'azione tutt'altro che ambita. Infatti avremmo preferito che mai si fossero presentate le condizioni per la donazione degli organi di nostro figlio che tanto ci manca, né mai avremmo immaginato che ciò potesse accadere, anche se la donazione fa parte dei nostri valori. E' vero, mia moglie ed io, assieme a nostra nuora, abbiamo detto “SI”, quando nel momento più buio di un abissale dolore per la nostra famiglia, spenta ogni speranza di ripresa, ci è stata fatta la proposta della donazione degli organi di Thomas, deceduto a seguito di una banale immersione nelle acque di Grignano, ai piedi del parco del castello di Miramare, in una calda giornata di luglio del 2015. Thomas, nel pieno vigore dei suoi 34 anni, godeva di ottima salute e aveva un fisico forte, atletico, prestante, praticava sport, in particolare il canottaggio, ed era abituato a immergersi in mari più vasti e in acque ben più profonde di quelle in cui si è interrotta improvvisamente la sua giovane vita, ricca di promesse, per un'imperfezione cardiaca, come dopo ci è stato spiegato.
Thomas era un appassionato naturalista, amava la natura in ogni sua forma e manifestazione, è stato un attivo e coinvolgente divulgatore delle scienze naturali già all'affacciarsi dei vent'anni. Di questa sua passione, presente fin da quando era bambino, aveva fatto una professione: era coordinatore della Grotta Gigante di Trieste, collaborava con il Centro di biologia marina di Miramare, con il museo di storia naturale e con l'università del capoluogo giuliano, con il Centro didattico naturalistico regionale di Basovizza e con altri enti e istituzioni; era artefice e promotore di progetti didattici e veniva spesso invitato a svolgere lezioni di educazione ambientale nelle scuole. E tante altre cose faceva nel campo delle scienze naturali a cui univa il settore della promozione turistica, regolarmente anche oltre i confini nazionali. Dotato di facilità espositiva e di attitudine relazionale, era felice di poter donare agli altri, dai bambini agli adulti, sempre in modo accattivante, le conoscenze che assimilava con approfondite e rigorose ricerche personali, per pura passione e vivissimo interesse.
Le immersioni in mari vicini e lontani gli avevano permesso di esplorarne i fondali, di conoscere, studiare e ammirare le specie viventi che li abitano. Altri tipi di escursioni lo avevano portato, in numerosi viaggi in Italia e all'estero, a incontrare gli abitatori dei prati, dei boschi, delle foreste, delle montagne, delle cavità sotterranee e ad esplorarne, sempre con rinnovato stupore, gli ambienti naturali di vita. Amava e conosceva particolarmente il nostro Carso e i monti di questa regione.
Thomas era generoso e parsimonioso, circondato da tanti amici, apprezzato e stimato da tutti coloro che gli furono colleghi o che semplicemente l'avevano conosciuto, tanto che proseguono numerosi gli eventi per ricordarlo; mai si tirava indietro quando qualcuno gli chiedeva qualcosa; era stato anche donatore di sangue.
Quando ci fu proposta la donazione degli organi, giunta la sua vita terrena al termine dopo 3 giorni di coma senza ritorno trascorsi in rianimazione, abbiamo pensato a lui, a come era lui, a quale risposta avrebbe dato lui a quella richiesta, e facendoci suoi interpreti, ritenendo che non fosse presunzione, abbiamo acconsentito.
Il corpo, dopo la morte è destinato alla consunzione, l'anima, lo spirito no.
Ma se parti del corpo, ancora vitali, possono permettere ad altri di vivere, di continuare a vivere o di rinascere, allora si comprende la grandezza e la nobiltà del gesto della donazione, che consente a qualche parte del corpo del nostro caro, e un domani di noi stessi, di continuare a vivere, a pulsare, a generare vita per altri nostri simili.
Allora comprendiamo che la gratitudine deve essere rivolta non solo a chi dona, ma anche a chi riceve. C'è reciprocità nella donazione. Infatti i riceventi custodiscono e mantengono vive preziose parti fisiche dei nostri cari.
Attraverso l'esperienza della donazione si accresce nel tempo, in noi che la viviamo non come un atto archiviato, la percezione interiore di un consolidamento spirituale ed empatico dei legami che ci uniscono gli uni agli altri; si fa più limpida la consapevolezza della reciprocità e della interdipendenza fra persone; si fa strada una maggiore disponibilità alla comprensione e alla solidarietà verso il prossimo: tutto questo ci fa crescere umanamente, ci aiuta a vedere più chiaramente la vita come un bene comune assoluto che trascende ogni individualità, un bene dal valore inestimabile che tutti siamo chiamati a proteggere, curare, difendere e promuovere in ogni persona, con la più grande apertura, disponibilità, rispetto e attenzione, spingendoci oltre ogni egoistica resistenza.
Thomas ha donato gli organi a cinque persone di età diversa, abitanti in diverse regioni d'Italia: a un giovane quasi suo coetaneo, ad una bimba di un anno, a un uomo e a due donne. Tramite questa sezione dell'ADO, grazie all'interessamento del Presidente cav. Giorgio Antico e alle attente ricerche di una dottoressa dell'ospedale di Udine molto disponibile, abbiamo saputo che queste persone stanno bene, continuano a vivere, a sperare, a donare vita: hanno un futuro, e questo è confortante, pur nel dolore e nel vuoto che restano. A queste persone, che sebbene a noi ignote sono entrate nei nostri cuori e per le quali preghiamo, auguriamo lunga vita, salute, serenità e un cuore generoso.
Per la nostra esperienza non perderemo le occasioni per diffondere la cultura della donazione, della cui bontà e necessità siamo assolutamente convinti, con la viva speranza che la schiera dei generosi sia sempre più folta.
I genitori di Thomas:
Franco e Adi