Giovanni Marino
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RUBRICHE > Sempre con noi
29-09-2023
autore: don Maurizio
GIOVANNI MARINO
Il suo sogno di diventare medico si fonde con il gesto di generosità di donare gli organi
L’ultimo gesto di generosità della sua breve esistenza è stato quello di donare gli organi, una decisione maturata nel tempo come stile della sua vita con esperienze e percorsi arricchenti, in famiglia, nell’ambito scout, in parrocchia, nella vita sociale e poi diventata definitiva all’atto di rinnovare la propria carta d’identità. Il suo cuore si è fermato nella mattinata di venerdì 29 settembre, il giorno del patrono della sua parrocchia di Silea, nel reparto di rianimazione del Ca’ Foncello dove i medici, nell’arco di cinque lunghi giorni di agonia, hanno fatto il possibile per salvargli la vita. Troppo gravi le lesioni riportate nell’incidente stradale in cui era rimasto coinvolto, a Roncade, sulla Treviso-mare.

Giovanni Marino aveva appena 22 anni e dopo aver frequentato scienze infermieristiche si apprestava a coronare il suo sogno: frequentare medicina a Treviso e i suoi amici del corso hanno voluto deporre sulla sua bara la corona d’alloro di quel traguardo sognato. Cinque giorni di grande dolore, di trepida attesa, nei quali Giovanni ha raccolto a sé quella moltitudine di giovani e di amici che si sono materializzati per il suo funerale e che la chiesa parrocchiale non è riuscita a contenere.
Lascia i genitori Davide e Maria Grazia, un fratello e una sorellina: una famiglia molto conosciuta e benvoluta a Silea anche per l’impegno nel volontariato di Giovanni, conosciuto per la sua concreta e solare presenza in parrocchia e nella comunità. In tanti hanno pregato e sperato per lui in questi giorni, in primis la sindaca Rossella Cendron che conosce bene la famiglia. «E’ come fosse mancato un figlio di tutta la comunità - ha detto - è una tragedia devastante».

Ho appreso la triste notizia da Cancian Gastone, con il quale ho partecipato poco tempo fa a un nostro raduno alpino ad Asiago, così ho saputo anche della sua volontà, della donazione degli organi, fatto che denota lo spirito di fede di Giovanni, la sua rara umanità, e ho saputo anche del sogno di diventare un giorno medico per sanare le ferite dell’umanità. Tutte realtà preziose che pur nella giovane età lo aveva già fatto uomo e che sono risuonate nelle testimonianze degli amici e nella profonda omelia del suo parroco.
Il suo ricordo resti in benedizione per quanti l’hanno amato e conosciuto. Ma non solo il ricordo bensì l’impegno, come ha ricordato sua madre a fine celebrazione - ringraziando tutti -, a costruire quel mondo più bello che lui sognava, il suo stile e il suo sorriso sono icona del suo testamento spirituale e umano che vincola tutti nell’amore che Giovanni ha così concretamente espresso dando fino alla fine generosamente parte di sé.
don Maurizio
 
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