Pensieri... XI Domenica del Tempo ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
17-06-2017
PENSIERI... XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 18 giugno 2017
E’ bella e preziosa la Parola di Dio che ci viene offerta in questa domenica XI del tempo ordinario che possiamo celebrare perché abbiamo già celebrato giovedì scorso la festa del Corpus Domini. L’evangelista con poche parole riassume l’attività missionaria di Gesù. “Gesù percorreva tutte le città e i villaggi insegnando nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità”. Sono davvero poche parole, due immagini, ma esse descrivono i punti centrali dell’attività missionaria di Gesù e quindi anche dell’attività evangelizzatrice della Chiesa di ogni tempo. Percorrere tutte le città e i villaggi.  Gesù non aspetta che la gente vada da lui, ma va in cerca della gente percorrendo lui stesso tutte le città e i villaggi. In altre parole non dovrebbe essere più l’ufficio parrocchiale il punto nevralgico d’incontro, ma le case delle persone, là dove la gente vive, in una immagina cara al Papa, l’evangelizzazione si dovrebbe caratterizzare nell’essere “Chiesa in uscita”. E così descriveva questa sua visione di Chiesa al convegno di Firenze del 2015: “Dovunque voi siate, non costruite mai muri né frontiere, ma piazze e ospedali da campo». In queste parole del papa, troviamo l'indicazione ai cristiani cattolici italiani del grande compito per il nostro tempo, segnato dalla creatività e dal travaglio tipici di ogni cambiamento d'epoca. Quando si presentano nuove sfide, addirittura difficili da comprendere, la reazione istintiva è di chiudersi, difendersi, alzare muri e stabilire confini invalicabili. È una reazione umana, troppo umana. Tuttavia i cristiani hanno la possibilità di sottrarsi a questo rischio, nella misura in cui diventano davvero consapevoli che il Signore è attivo e opera nel mondo: non solo nella Chiesa, ma proprio nel mondo, proprio dentro e attraverso quel cambiamento e quelle sfide.” Percorrere tutte le città e i villaggi vuol dire ancora Essere sempre vicini alla gente… “Comunità di comunità”: è la definizione di parrocchia espressa nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Rende bene l’idea del Papa di una chiesa come famiglia, dove realtà diverse convivono e lavorano insieme per sostenere chi è in difficoltà, per vivere in modo intenso un’esperienza di fraternità. Una parrocchia così ha una vocazione missionaria perché è aperta e in dialogo con il mondo, perennemente “in uscita” verso le periferie umane. (Papa Francesco)
Una seconda immagine è quella che diceva: Insegnava nelle sinagoghe, cioè, nelle comunità. Gesù va lì dove la gente è riunita attorno alla sua fede in Dio. E’ lì che lui annuncia la Buona Novella del Regno, cioè, la Buona Notizia di Dio. Gesù non insegna dottrine come se la Buona Novella fosse un nuovo catechismo, ma in tutto ciò che dice e fa lascia emergere qualcosa della grande Buona Novella che lo abita, cioè, Dio, il Regno di Dio.
E infine…Curava ogni malattia e infermità. Ciò che più segnava la vita della gente povera era la malattia, qualsiasi tipo di malattia, e ciò che più distingue l’attività di Gesù è la consolazione della gente, che lui solleva dal dolore.
Nell’attività di Gesù notiamo la sua compassione dinanzi alla situazione della gente. “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. Gesù accoglie le persone come sono davanti a lui, nella loro situazione esistenziale, reale: malate, sfinite, stanche. Lui si comporta come il Servo di Isaia, il cui messaggio centrale consiste in “consolare la gente”. L’atteggiamento di Gesù verso la gente era come l’atteggiamento del Servo, la cui missione era così definita: “Non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà la canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta”. Come il Servo, anche Gesù si commuove vedendo la situazione della gente “stanca, sfinita e abbattuta, come pecore senza pastore”. Lui comincia ad essere Pastore identificandosi con il Servo che diceva: “Il Signore mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare lo sfiduciato”. Come il Servo, Gesù diventa discepolo del Padre e del popolo e dice: “Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. E dal contatto con il Padre Gesù riceve la parola di consolazione da comunicare ai poveri. Ecco se vogliamo il contenuto di qualsiasi azione e piano pastorale, un’attenzione all’uomo che non si disperde nella forma, nelle strategie, in tante cose che invece allontanano oggi l’umanità dal Signore.
don Maurizio Qualizza

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