Pensieri... XXVI Domenica del tempo ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
30-09-2017
PENSIERI... XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 1° ottobre 2017
Oggi potremmo dire la liturgia ci dona la parabole del nostro "sì" al Signore, nella gioia, non un sì fatto di parole…ma di concretezza, c’è un “peccato” con quel no detto al Padre, ma poi dice il Vangelo c’è il pentimento…quel figlio in pratica nel suo cuore si sarà vergognato di aver detto di no al Padre, al Padre che gli ha dato tutto…
Ecco disse un giorno Papa Francesco: “Bisogna chiedere a Dio «la grazia della vergogna», perché «è una grande grazia vergognarsi dei propri peccati (dei propri no all’amore, alla generosità, a fare il bene) e così ricevere il perdono e la generosità di darlo agli altri”. È l’invito rivolto da Papa Francesco ai partecipanti alla messa celebrata stamane, martedì 21 marzo, a Santa Marta.” In altre parole sembra dire il papa, l’obbedienza vera avviene quando in un primo tempo sperimenti il peccato, il peccato di dire “no”, di chiuderti al desiderio, alla preghiera dell’altro…ma poi senti che così non va…ti vergogni di te stesso…di quel no…E l'apostolo Paolo oggi ci regala un bellissimo brano sul quale dobbiamo un momento soffermarci: Ci presenta infatti Gesù, il Figlio di Dio che ha detto pienamente il suo "sì" al Padre, anche quando gli è stato molto difficile.
Noi ci ritroviamo ogni domenica per ascoltare questa parola di speranza, cioè che è possibile amare, costruire il bene, dire il nostro “sì” perché Gesù è stato risuscitato e ci dona nell’Eucaristia la capacità di dire sì e non no! Cioè di amare di essere generosi….
Siamo invitati a guardare a Lui e a imparare. Ci dice ancora san Paolo: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono un Cristo Gesù... E Gesù ci dicde: ”Imparate da Me che sono mite e umile di cuore..." In altre parole il Vangelo di oggi ci dice: Davanti al Signore, davanti al prossimo, nella vita umana e cristiana non possiamo fermarci a discorsi, alle parole. Ma siamo chiamati a vivere secondo il Signore e con un amore grande verso il prossimo nella nostra famiglia, nel lavoro, nella scuola, nel tempo libero, nelle varie espressioni o situazioni della nostra vita. Questo vale anche per la vitalità della nostra parrocchia. Ci vogliono le riunioni, gli incontri, i discorsi ma poi chi costruisce la vita della parrocchia sono in concreto i catechisti, gli animatori chi tiene belle le nostre chiese, chi si mette a servizio dei ragazzi e delle famiglie, chi va a visitare i malati e gli anziani, chi è attivo nella liturgia. Due domande per casa…per lasciarci con un interrogativo che ci faccia bene, nel cuore.
Con quale dei due figli mi identifico?
Chi sono oggi quelle persone che dicono all’invito del Signore, della Chiesa: “Non voglio!”, ma che finiscono per fare la volontà del Padre?
La parabole dei due figli ci fa capire quanto sia importante agire come ci detta il cuore, che cuore? Un cuore plasmato dal Signore, arricchito dalla sua grazia, un cuore da Lui perdonato, allora sì che possiamo e dobbiamo andare dove ci porta il cuore.
don Maurizio Qualizza
 

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