Pensieri... XXVII Domenica del tempo ordinario
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
  • top
RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
08-10-2017
PENSIERI... XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 8 ottobre 2017
E’ una pagina oscura del Vangelo quella di oggi…nelle domeniche passate abbiamo parlato del padrone della Vigna che è talmente buono da chiamare operai anche all’ultima ora e li ricompensa con giustizia, la sua misericordia…e domenica scorsa ancora l’immagine della vigna con i due fratelli che ci hanno detto come spesso viviamo l’apparenza e non la sostanza. Oggi invece Gesù è quel figlio che viene rifiutato, in qualche modo, verso la fine del suo ministero si rende conto che la sua missione è fallita…quella cioè di mostrare il volto umano di Dio, la sua bontà e tenerezza per tutti, Gesù a Gerusalemme viene osteggiato, la gente dimentica ben presto guarigioni e miracoli, i suoi apostoli sono deboli…E Gesù vivendo questi sentimenti prende da dentro di sé la parabola che abbiamo ascoltato…una parabola già presente nell’antico testamento in Isaia…questo Dio appassionato che fa per me ciò che nessuno farà mai; un Dio contadino che, come fa ogni contadino, dedica alla vigna più cuore e più cure che ad ogni altro campo…. ad ogni altra cosa della sua vita!
Dio ha per me una passione che nessuna delusione spegne, che non è mai a corto di meraviglie, che ricomincia dopo ogni mio rifiuto ad assediare il mio cuore.
Ma noi ci sentiamo vigna amata, mi lascio amare da Dio. Non sono altro che una vite piccolina, ma a me, proprio a me Dio non vuole rinunciare. Il frutto che Dio attende è come quello della vite: se ogni albero si preoccupasse solo di se stesso, solo di riprodursi, basterebbero pochi semi ogni molti anni, un frutto solo. E invece, ad ogni autunno, è un'abbondanza di frutti, una vendemmia abbondante, non abbiamo mai pensato che la generosità della natura è un modello per il cuore dell'uomo? Però la parabola diventa amara….c’è un crescendo di violenza, un volersi arricchire e prendere il posto dell’altro (mors tua vita mea). Nella parabola si sente quella voce: Sii il più forte, il più crudele, il più furbo e sarai tu il capo. E questo ha origine nel nostro quotidiano, anche sui campi di calcio, quando dagli spalti alcuni genitori per veder vincere il loro piccolo idolo dicono di usare violenza…(me l’ha detto un mio amico arbitro…sarebbe da mostrare il cartellino rosso verso gli spalti più che verso i piccoli giocatori…). Da piccole cose nascono grandi cose…non stanno da altre parti le vendemmie di sangue della terra.
E allora «Che cosa farà il padrone della vigna dopo l'uccisione del figlio?» dopo il rifiuto cioè della salvezza, dopo aver fatto orecchi di mercante alla sua Parola…detta anche attraverso la Chiesa?
Non come dicono nel brano evangelico i giudei una vendetta esemplare ma l’opportunità ad altri… potremmo dire a degli ultimi di accogliere la proposta di Dio, l’amicizia di Dio, il lavoro nella sua Vigna. E infatti Gesù dice: «Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». In altre parole il sogno di Dio non è quello di raccogliere tributi, di far scontare la pena, tanto meno di avere i conti in attivo… ma che la sua vigna “non maturi più grappoli rossi di sangue e amari di lacrime, bensì grappoli caldi di sole e gonfi di luce, grappoli di gioia” Dio cioè “sogna una storia che non sia guerra di possessi, battaglia di potere, ma sia vendemmia di generosità e di pace, grappoli di giustizia e di onestà.”
don Maurizio Qualizza

Leggi la nostra Privacy Policy e la nostra Cookie Policy