Pensieri... XXVIII Domenica del tempo ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
14-10-2017
PENSIERI... XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 15 ottobre 2017
Quante persone oggi fanno a meno di Dio, non mettono più piede in chiesa…e tutto per un’idea sbagliata su di Lui, sulla chiesa, sulla fede…Invece ci dice il Vangelo e  non solo in questa pagina che abbiamo letto, il regno dei cieli è simile a una festa. Eppure nella affannata città degli uomini nessuno sembra interessato: gli invitati non volevano venire... forse temono una festa senza cuore senza calore, senza amore…
e poi il vangelo specifica, quel “Non volevano venire”, Mandò di nuovo altri servi…. Ma quelli non se ne curarono…l’indifferenza! Luca nel suo vangelo parla di un “cieco seduto sul bordo della strada a mendicare”, tra l’indifferenza di tutti! Dio è quel cieco se vogliamo che mendica da noi un po’ di amore perché ci ricorda l’apostolo Paolo nella lettera ai Corinzi: “Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. E oggi c’è, ricorda sempre Papa Francesco una specie di “globalizzazione dell’indifferenza”, l’anestetizzazione delle coscienze…e tutti ne rimaniamo coinvolti. Dove quanto? Sempre più spesso in quel vortice del “fare”, de mettere al primo posto le nostre e cose non sempre importanti, essenziali...così il vangelo dice, l’abbiamo sentito…”presi dai loro affari, dalla frenesia del lavoro e del guadagno, da cose reputate più importanti da fare; non hanno tempo, loro, per cose di poco conto: le persone, gli incontri, la festa, il Signore!” Hanno troppo da fare per vivere davvero.
Quanti cristiani sentono Dio come un vino di gioia; sono così pochi quelli per cui credere è una festa, le celebrazioni liturgiche che emanano gioia, festive non solo di nome.
E allora dio non esclude nessuno, chiama tutti, cattivi e buoni, senza badare a distinzioni, a meriti, a moralità. Certo è strano e bello questo Re, questo Dio che quando è rifiutato, anziché reagire chiudendosi nel suo palazzo, anziché arrendersi alle prime difficoltà, chiama tutti, volge il suo sguardo a tutti, agli altri usando l’immagine di una parabola di alcune domeniche fa, agli “operai dell’ultima ora”.
Dobbiamo chiedere al Signore il dono della conversione, di credere cioè che la fede cristiana, l’essere Chiesa non è: un dovere noioso, un obbligo.
Non una penitenza per meritarci il Paradiso, non un legame parentale di cui vorrei tanto fare a meno.
Ma una splendida festa da non perdere perché mi fa gustare, già qui e adesso la gioia vera, il paradiso.
don Maurizio
 

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