Prima domenica di Avvento
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
30-11-2017
PRIMA DOMENICA DI AVVENTO
Domenica 3 dicembre 2017
“Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.”
Le parole del ritornello del Salmo responsoriale, sono la premessa affinché possiamo tutti camminare bene in queste settimane che ci preparano al Natale.
Abbiamo ascoltato il brano del Vangelo di Marco: quattro volte in poche righe viene ripetuta una parola: “Vegliate”. Vogliamo prenderla come la prima parola del nostro cammino verso il Natale per prepararci. Cioè non lasciarci troppo coinvolgere dagli avvenimenti, Non arrivare all’appuntamento con il Signore sempre in affanno se non in ritardo…vegliare sulla nostra vita, sulle relazioni, sul vero bene dei bambini e dei ragazzi…
Quel “Vegliate” è sullo sfondo di un brano in cui c’è la situazione di alcuni servitori a cui sono state lasciate delle responsabilità dal padrone di casa, che si è assentato per un certo tempo e non si sa quando tornerà. E’ bene che essi stiano svegli, per non essere trovati addormentati a qualsiasi ora egli ritorni. Ma si deve essere svegli, vegliare, non per paura, ma perché responsabili; non senza sapere che cosa, ma in attesa di uno che si è fidato di noi. E’ come se Gesù  invitasse a tenere il cuore e la mente accesi verso qualcosa, o meglio verso qualcuno.
Per noi all’inizio di Avvento è come se attraverso queste parole ci sentissimo dire e suggerire al cuore: preparati all’incontro con Dio che si fa uomo, preparati a incontrare l’umanità di Dio, attendilo, cercarlo con l’intensità con cui si aspetta una persona importante, come quei servitori aspettavano il loro padrone. E veglia pensando al fatto che il Figlio di Dio, in Maria, diventa come noi, uno di noi, viene a visitarci e vuol farci riscoprire quale dono ci sia stato fatto, quale responsabilità questo eventi ci abbia affidato. Ma dove lo posso incontrare potremmo chiederci? Ce l’ha detto il Signore stesso nella festa di Cristo Re…: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Come dire che vivendo il comandamento dell’amore noi non incontriamo solo la persona, il povero, il bisognoso che ci sta davanti ma il Signore stesso, sì il Bambino di Betlemme!
Certo, ci possono essere e ci sono i momenti di caduta di tono, di stanchezza, l’addormentarsi, possono esserci prove, tentazione di mollare; no – sembra dirci il Vangelo -: la vita così com’è con le sue fatiche e tentazioni è un dono, non quella ideale che sogniamo ma non viviamo… L’Avvento ci aiuta a riscoprirci così, anche deboli ma ricchi del suo amore, della sua comprensione e misericordia.
Per tutto il tempo di Avvento ci aiuterà tanto la Parola di Dio e ci farà dare contenuto al nostro vegliare. Un contenuto di preghiera, di una preghiera forte, che oggi Isaia ci pone sulle labbra:
Signore sei nostro padre, Signore sei nostro creatore. Noi siamo dispersi, vaghiamo lontano da te… non lasciare che il nostro cuore si indurisca, sia preso dalla tristezza. Torna!”. E poi quel grido “Oh se tu squarciassi il cielo e scendessi!”
Perché davvero nel mondo in cui viviamo i cieli si sono oscurati…dalla violenza che dilaga ovunque, dai venti di guerra sempre più forti…, dal male, dall’ingiustizia, e dall’odio opera delle mani dell’uomo.
Vegliamo dunque camminando verso il Natale del Signore, non lasciamoci prendere dalle luci dell’esteriorità incapaci di riscaldare il cuore, di toglierci la  tristezza e la sofferenza, solo Dio lo può fare, sola la fede in Lui.
don Maurizio Qualizza

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