Solennità dell'Immacolata
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
07-12-2017
SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA
Venerdì 8 dicembre 2017
Festeggiamo oggi la solennità dell’Immacolata…una delle più grandi feste mariane…
Il brano evangelico fa da contrasto con la pagina del libro della Genesi…
«Dove sei?» «’ho avuto paura». «Hai forse mangiato dell’albero?» «’la donna che tu mi hai posto accanto». «Che hai fatto?» «’il serpente mi ha ingannato». Nel dialogo teso tra Dio e i nostri progenitori riferito dal Libro della Genesi emerge l’amara verità circa il peccato di origine. Il Papa afferma che «è una realtà concreta, visibile, direi tangibile per tutti» (Benedetto XVI, Udienza generale, 3 dicembre 2008).
Il mistero mariano dell’Immacolata Concezione che la Chiesa oggi ci invita a meditare ci aiuta a meglio comprendere la dolorosa realtà del peccato di origine.Anche il dialogo, presentatoci da San Luca, tra l’Angelo Gabriele e Maria – più volte lo abbiamo ricordato – non è privo di tensione e di drammaticità. Quella giovane donna, promessa sposa di Giuseppe, discendente della casa di Davide, ardente di attesa per il Messia, coltivava un progetto ben preciso, certo del tutto coerente con la propria profonda religiosità, ma dai contorni ormai delineati, la cui realizzazione le appariva ragionevolmente vicina. Invece l’intervento di Dio glielo sbaraglia. Anche la libertà di quella giovane donna – non diversamente da quella dei nostri progenitori – è messa alla prova; ma, diversamente da loro, ci ricorda il Vangelo di Luca, Maria accetta la propria costitutiva dipendenza da Dio e pronuncia il proprio . «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1, 38): Tu sei Dio: io sono la serva. La coscienza di questa sproporzione, distanza… (Dio ‘ serva) è colmata dalla fede umile ed obbediente della Vergine.
E Luca ci stupisce….Quella di oggi è già la pagina del Natale…il figlio di dio e di Maria, Gesù entra nel mondo, nella vita, nella nostra storia di peccato e la fa diventare storia di salvezza….Ed è bello notare che Dio non sceglie la moglie dell'imperatore, o il premio Nobel per la medicina,  ma la piccola Miriam (la tutta bella, per noi la tutta Santa). A lei chiede di diventare la porta d'ingresso per Dio nel mondo. E Maria nella sua santa incoscienza ci sta, ci crede…a differenza di noi, malati di quella razionalità che vorrebbe spiegare tutto….a mò di Piero Angela. Cosa dire davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, davanti all'ardire di una figlia di Sion che parla alla pari con l'Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti? E dio sceglie Nazareth, un paese occupato dall'Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un'epoca sprovvista di mezzi di comunicazione, per incarnarsi, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull'essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé…Forse la più bella definizione dell’Immacolata la dà Dante Alighieri nel canto del Paradiso dove di Maria dice: “tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura.”
E Papa Francesco con il suo parlare semplice ci viene in aiuto per cogliere il significato di questa festa, dice infatti:
“La Madonna non si è mai allontanata da quell’amore: tutta la sua vita, tutto il suo essere è un “sì” a quell’amore, è un “sì” a Dio. Ma non è stato certamente facile per lei! Quando l’Angelo la chiama «piena di grazia» (Lc 1,28), lei rimane «molto turbata», perché nella sua umiltà si sente un nulla davanti a Dio. L’Angelo la conforta: «Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio … e lo chiamerai Gesù» (v. 30). Questo annuncio la sconvolge ancora di più, anche perché non era ancora sposata con Giuseppe; ma l’Angelo aggiunge: «Lo Spirito Santo scenderà su di te … Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (v. 35). Maria ascolta, obbedisce interiormente e risponde: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38).
Il mistero di questa fanciulla di Nazareth, che è nel cuore di Dio, non ci è estraneo. Non è lei là e noi qui. No, siamo collegati. Infatti Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna! Con nome e cognome. Il suo sguardo di amore è su ognuno di noi. L’Apostolo Paolo afferma che Dio «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). Anche noi, da sempre, siamo stati scelti da Dio per vivere una vita santa, libera dal peccato. E’ un progetto d’amore che Dio rinnova ogni volta che noi ci accostiamo a Lui, specialmente nei Sacramenti.
In questa festa, allora, contemplando la nostra Madre Immacolata, bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall’amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio. Guardiamo lei, nostra Madre, e lasciamoci guardare da lei, perché è la nostra Madre e ci ama tanto; lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e pace.
don Maurizio Qualizza
 

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