Seconda Domenica del tempo ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
14-01-2018
SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 14 gennaio 2018
Terminato il tempo di Natale, ci rimettiamo in cammino. Con questa domenica comincia quello che la liturgia chiama “Tempo ordinario”, caratterizzato anche esteriormente dal colore verde…. Ma che cos’ha di "ordinario" un tempo nel quale Dio è venuto (Natale) e che Dio abita per sempre? (anche se abbiamo sbaraccato il Presepio?) Che cos'ha di "ordinario" un tempo che inizia con l'esperienza forte e bella della chiamata dei primi due discepoli e che ci invita a riflettere sulla nostra vocazione...sulla nostra vita?
La pagina del Vangelo ci fa vedere la grandezza e l'umiltà del Battista… ? Stupefacente questa umiltà del Battista: prima si era definito solo una voce che grida nel deserto e ora è solo più un dito puntato che indica un Altro. E lo indica a due dei suoi discepoli che lo abbandonano per seguire il nuovo Maestro. Avrà sofferto nel vederli andar via, ma non fa nulla per trattenerli, sa che lui deve diminuire per lasciar crescere il vero Maestro. Sa che lui è solo l'amico dello sposo, ma lo sposo è un altro. Quale esempio di libertà e di totale distacco da se stesso!
E poi quella domanda di Gesù: Cosa cercate?
Cosa vogliamo quando cerchiamo di seguire Gesù? Cosa cerchiamo nel nostro venire in chiesa, alla Messa, da soli per un momento di preghiera?
Sicurezza? Degli amici? Una benedizione che mi faccia andare bene la vita? Un rifugio?
Cosa cerchiamo? Perché siamo cristiani? Ci hanno insegnato così!
Si cerca di tutto, si cerca sempre, si cercano cose
L'altra cosa che emerge da questo brano è che Andrea annuncia la bella notizia a suo fratello Simone (Pietro). Ora se c'è un campo dove l'evangelizzazione si fa più difficile, a volte quasi impossibile, è proprio quello della famiglia, la trasmissione della fede alle nuove generazioni. E’ un nodo grosso, difficile da sciogliere, la Chiesa non ha trovato al strada e i linguaggi e che sia “un nodo” lo dimostra il fatto che il Papa ha voluto un sinodo per i giovani…come ebbe a dire: “Con tale cammino la Chiesa vuole mettersi in ascolto della voce, della sensibilità, della fede e anche dei dubbi e delle critiche dei giovani. Dobbiamo ascoltare i giovani!”
E poi Gesù dice: "venite e vedrete!" A chi lo dice? Ora lo dice a noi. E' sempre Lui che si presenta per primo, ma siamo sempre noi che dobbiamo lasciare le nostre reti e i nostri appigli, le nostre false sicurezze per seguirlo. Il Vangelo più avanti dice che altri apostoli, appena ebbero udito la voce del Maestro, lasciarono subito la barca, le reti e il padre, per seguirlo. Segno che da Gesù emanava veramente un fascino straordinario, assolutamente unico, che faceva vibrare le corde nascoste del cuore umano, attraverso il suo sguardo, quei primi discepoli capirono sicuramente di essere infinitamente amati e sentirono che valeva la pena di lasciare tutto pur di continuare a incontrare quello sguardo……Perché oggi è così difficile rispondere alla chiamata del Signore, mettere nella propria vita anche la dimensione della fede…”essere Chiesa”?
Ma come fare, cosa fare, “Dove abiti” chiedono i due discepoli a Gesù? E la risposta è “Venite e vedrete…”
Non c’è altra strada se non muoversi, uscire, andare (Venite)…solo così potremo “vedere”, capire, sperimentare, conoscere….
L’altra sera sono stato in una famiglia e ho portato alcuni frutti esotici che ho ricevuto in regalo e che non conoscevo…li hanno subito preparati e messi in tavolo, ho chiesto, come cono? Son buoni? E mi è stato risposto: Assaggia! Cioè fa esperienza non c’è altro modo per capire!
La fede fa parte di quelle splendide esperienze umane in cui devi esserci. Non esiste delega.
Vuoi capire chi è Dio? Vieni a conoscerlo.
Se vuoi capire la Parola, devi imparare a meditarla e pregarla.
Se vuoi scoprire la tua anima, la devi coltivare.
Se vuoi uscire dal pantano e dalla noia, devi osare.
Questo è il messaggio che ci viene donato all’inizio di questo anno, in questo tempo ordinario che in verità è straordinario perché il Vangelo lo è sempre…
don Maurizio Qualizza
 
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