Quinta domenica del Tempo ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
03-02-2018
QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 4 febbraio 2018
Il Vangelo di questa domenica ci presenta un Gesù che vede le miserie e le sofferenze degli uomini e cerca di alleviarle facendosene carico. Un Gesù attento e che crea una forma di empatia con i suoi fratelli. Egli però non si preoccupa solo delle sofferenze umane, fisiche, ma cerca di far entrare l'uomo in relazione con quel Padre che annunzia e che lui stesso ci presenta.
Gesù ci indica la via e la verità per donarci la vita, quella vera.
Oggi ricorre la giornata della vita.  Il testo del messaggio dei Vescovi italiani inizia con le parole di Papa Francesco:
«L’amore dà sempre la vita». La chiesa richiama l’ammonimento del Santo Padre sui «segni di una cultura chiusa all'incontro» che «gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità».
Solo attraverso l’ascolto della Parola, la preghiera e la testimonianza dei fratelli, possiamo ritrovare il vero senso della vita. Quella vita che ci è stata donata e per la quale dobbiamo avere gratitudine e viverla costantemente alla luce del Vangelo.
Tra i tanti esempi di vita cristiana e di santità abbiamo incontrato l’altro giorno la bella figura di Don Bosco che fu un santo sacerdote capace di generare nella fede tantissimi figli spirituali; si preoccupò dell’educazione delle nuove generazioni e spese tutte le sue energie per dare cibo, istruzione, valori, fede e dignità a tanti ragazzi.
Don Bosco sprona e incoraggia i giovani a puntare in alto perché i loro sogni e le loro speranze si avverino anche grazie al loro impegno e interesse, che mostrano ogni volta che vengono presi sul serio e valorizzati dal mondo adulto, anziché essere adulati catturandone il consenso con accattivanti messaggi che li illudono di poter essere liberi.
Ma don Bosco oggi incoraggia anche noi e ci dice che il Vangelo che abbiamo ascoltato dobbiamo accoglierlo con verità perché è oggi che il Signore vuole entrare in casa nostra come entrò nella casa di Pietro e Andrea e prenderci per mano perché anche noi spesso siamo febbricitanti nel cuore, distesi o bloccati sul letto delle nostre convinzioni o rassegnazioni, dei nostri pessimismi e peccati…ed è bello notare come Gesù attua con l’ammalata una relazione carica di affetto, e quindi con forza la aiuta ad alzarsi. Questi sono i gesti di Gesù che guariscono: non gesti di un guaritore di professione, non gesti medici, né tantomeno gesti magici. Se siamo attenti comprendiamo che, sull’esempio di Gesù, a un malato, cioè all’uomo del nostro tempo, quello che incontriamo ogni giorno…dobbiamo soltanto avvicinarci, renderci prossimi, toglierlo dal suo isolamento, prendendo la sua mano nella nostra, in un contatto fisico che gli dica la nostra presenza reale, e infine fare qualcosa perché l’altro si rialzi dal suo stato di prostrazione e ritrovi pienezza di vita... Gioia di vivere!
Questo miracolo che ci dona oggi il Vangelo potrebbe sembrarci poca cosa…quasi “un miracolo sprecato”, ha scritto qualcuno, ma la febbre è il segno più comune che ci mostra la nostra fragilità…, anche dove c’è soltanto la febbre, la vita può precipitare…
E poi quel segno così piccolo fa capire qual è il significato. Il miracolo sta nel finale, non in ciò che avviene nella guarigione, ma in ciò che segue la guarigione: questa suocera, guarita dalla febbre, serviva. Mentre l’egoismo si serve dell’altro e lo schiavizza, il vero miracolo che ci rende simili a Dio è la capacità di amare, e amare vuol dire servire.
Chiediamo questa grazia al Signore per viverla lungo questa settimana.
don Maurizio Qualizza
 
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