XIII Domenica del Tempo Ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
28-06-2018
autore: p. Ermes Ronchi
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 1° luglio 2018
Sono davvero belle queste immagini evangeliche che Marco ci regala in questo tempo estivo…in cui purtroppo la presenza nelle chiese si dirada per tanti motivi…..Oggi contempliamo Gesù che cammina verso una casa dove una bambina di 12 anni è morta, cammina accanto al dolore del padre. E a dolore si aggiunge dolore….”Ora una donna, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. “ E’ una donna sola a motivo della sua condizione. La donna si avvicina timidamente, non vuol farsi notare. Da una parte non osa chiedere nulla al Maestro, come potrebbe? Tanti anni di solitudine l'hanno infine davvero convinta di essere sbagliata, Ma é una donna tenace che non vuole saperne di arrendersi, si avvicina a Gesù e sceglie come strumento di guarigione un gesto commovente: un tocco della mano. L'emorroissa, la donna impura, condannata a non essere toccata da nessuno - mai una carezza, mai un abbraccio - decide di toccare; scardina la regola con il gesto più tenero e umano: un tocco, una carezza, un dire: ci sono anch'io! L'esclusa scavalca la legge perché crede in una forza più grande della legge, quella della compassione, della misericordia che seguiva la fama di questo Gesù di Nazareth…..
Gesù approva il gesto trasgressivo della donna e le rivolge parole bellissime, parole per ognuno di noi: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male". Le dona non solo guarigione fisica, ma anche salvezza e pace e la tenerezza di sentirsi figlia amata, lei, l'esclusa. Ma Gesù ha promesso e mantiene le promesse prosegue il cammino fino alla casa di Giairo… E arriva in casa….La figlia di Giairo ha dodici anni. Da dodici anni l'emorroissa soffriva di perdite di sangue. Dodici è il numero della totalità in Israele, della pienezza, Marco oggi ci parla di due situazioni nelle quali descrive il massimo del dolore, la totalità della disperazione questa ragazza è nel pieno della sua crescita umana, nello splendore della giovinezza….e si ammalata gravemente e muore….immaginiamo lo stato d’animo di Giario…Immaginiamoci per un genitore la morte di una figlia, di un figlio….Gesù va , si fa coinvolgere, non un Dio distante, che dice rassegnati, ci sarà un motivo, sia fatta la volontà di dio, no Gesù fa per vedere , per lasciarsi coinvolgere dalla sofferenza…..sembra che soffocano anche gli amici di famiglia, ma dato che subito dopo prendono in giro Gesù manifestano che il loro dolore non li coinvolge nel profondo, quello di Gesù sì, la sua compassione, e Gesù entra non solo nella stanza ma nel dolore, nella storia di quella bambina, di quella famiglia e le dice quelle parole che sono creative come quelle di dio all’atto della creazione del mondo… Talità kum….
Si realizzano le parole dell’antico libro della Sapienza dove abbiamo letto: “Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano, perché abbiano pienezza di vita”
Chiediamo al Signore, noi che sperimentiamo in modi diversi la solitudine come quella donna…che forse ci chiediamo cosa faccio su questa terra, che forse siamo addormentati o morti dentro come quella bambina. Chiediamo al Signore di nona ver paura di andare incontro a Lui che è il Dio della misericordia, lasciamo ci toccare da lui nei sacramenti, nella preghiera, perché la nostra vita non sia dispersa ma donata.
 
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