XVII Domenica del Tempo Ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
28-07-2018
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 29 luglio 2018
Questo miracolo l’abbiamo sentito tante volte ed è importante se tutti gli evangelisti lo riportano. Anzi è l’unico, nei vangeli che è raccontato sei volte.
Lo conosciamo questo miracolo, fin troppo.
La gente ha fame, Gesù li vede, si commuove e li sfama…
Sarebbe risolto il problema della fame nel mondo, della Caritas che non riesce a rispondere a tutte le richieste…
Ma questo miracolo è altra cosa, ci dice altro….
Gesù alza gli occhi dice il Vangelo…e vede la folla.
Alza gli occhi, ma non al cielo. Li alza all’altezza giusta per guardare negli occhi di chi gli sta di fronte.
Li vede. È concreto Dio…e vede la fame, il dolore, lo spaesamento. Vede quelle pecore senza pastore, come diceva la pagina di Vangelo di domenica scorsa, ne prova compassione.
Cerca delle soluzioni. E ce l’ha: chiedere aiuto, spingere alla solidarietà e alla condivisione.
Chiede a Filippo e gli offre una soluzione: andare a comprare il pane…Filippo lo riporta con i piedi per terra: con duecento denari di pane non si riesce nemmeno a dare un boccone a tutti.
Duecento denari! Cioè duecento giornate di lavoro. Diecimila euro di pane!
Ecco tante volte le richieste vanno al di là delle nostre possibilità….anche noi vediamo la fame, le folle, la guerra, i mille bisogni di questa umanità… Vediamo il dolore di tanta gente, avremmo soluzioni, ma non abbiamo i mezzi, non sappiamo cosa fare…
Vediamo le nostre parrocchie aver paura di perdere ciò che avevano fino adesso, fosse pure la Messa o una Messa in più…persone generose ma sempre quelle forse un po’  demotivate e stanche. E non sappiamo cosa fare.
Verrebbe da dire non c’è nulla da fare.
Eppure la disponibilità di un ragazzo, lo ricorda solo l’evangelista Giovanni, che condivide poco, ma tutto quello che ha….risolve il problema insolubile…
La generosità non si può calcolare. Il ragazzo ha capito tutto. Non è il problema al centro dell’attenzione, e nemmeno la soluzione.
Ciò che veramente importa è quanto tu voglia condividere.
Lui mette in gioco tutto quello che ha. Quel poco che ha.
Ma lo fa. E allora non è il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ma della condivisione. Il senso del miracolo è: davanti alla sofferenza metti in gioco tutto ciò che sei e che hai.
A questo siamo chiamati e sempre più saremo chiamati per non far parte di quella folla che altrimenti rimarrà con la fame
don Maurizio Qualizza
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