XXI Domenica del Tempo Ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
25-08-2018
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 26 agosto 2018
Giovanni mette in scena il resoconto di una crisi drammatica, partita da un miracolo, quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Dopo il lungo discorso sul pane dal cielo e la sua carne come cibo, Gesù vede profilarsi l'ombra del fallimento: molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui, dicendo: questa parola è dura. Chi può ascoltarla? Ecco allora la pesante e drammatica domanda di Gesù ai Dodici:
«Forse anche voi volete andarvene?».
Non è facile credere, specie in un mondo come il nostro, l’aveva già detto Papa Giovanni Paolo II ai giovani nel 2000 a Tor Vergata in occasione dell’Anno Santo. Queste le sue parole:
“Cari giovani, è difficile credere in un mondo così? Nel Duemila è difficile credere? Sì! E' difficile. Non è il caso di nasconderlo. E' difficile, ma con l'aiuto della grazia è possibile, come Gesù spiegò a Pietro: "Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17).”
Anche papa Benedetto XVI sottolineava questo aspetto e nel suo libro intervista Ultime conversazioni scrive:
"È chiaro che la cristianizzazione dell'Europa progredisce, che l'elemento cristiano scompare sempre più dal tessuto della società. Di conseguenza la Chiesa deve trovare una nuova forma di presenza, deve cambiare il suo modo di presentarsi", in una parola deve cambiare il modo di dire, di testimoniare che Essa crede! «Volete andarvene anche voi?».
Potremmo dire che prima che Gesù ponga oggi questa domanda, il mondo se ne è già andato per le sue strade…Dove vuoi che andiamo? E’ sempre così…fino a quando Dio ci obbedisce e ci esaudisce lo seguiamo, quando è esigente e chiede, lo abbandoniamo. Gesù potremmo dire ha toccato il fondo: ha chiesto alla folla di saziarsi della sua carne, di dissetarsi al suo sangue, Egli ha già in mente l’estremo e grande dono, l’Eucarestia, chiede in altre parole di accogliere la sua persona, la sua carne, che nella Scrittura indica la fragilità, e il suo sangue cioè la sua essenza, il vero volto di Dio venuto incontro all’Umanità…Fino a quando Gesù sfama le folle è idolatrato, quando parla di Dio, è abbandonato. Come la Chiesa oggi con tutta la carità che fa…è considerata dalla società una onlus e basta…
Eppure è un Dio che ama la nostra libertà…Volete andarvene anche voi?
Non elemosina consensi, nemmeno dai suoi amici più fedeli, con cui ha condiviso tanto. Oggi a noi dice: Vuoi andartene? Vuoi credere solo a ciò che vedi e tocchi, alla logica dell’avere? Rinunci al sogno di Dio?  Vuoi davvero lasciare questa fragile Chiesa che, ora più che mai, ha bisogno di discepoli fedeli, sofferenti ma fedeli, disposti a rimettere in moto l’annuncio del Vangelo che sta languendo nelle nostre chiese che si svuotano? In una cornice di tradizione che non tiene più? Saremmo tentati…L’amore di Dio ci lascia liberi, giunge a chiedere a noi, creature fragili e incostanti, di aderire liberamente al suo progetto. Pietro risponde a nome di tutti. Da chi andremo, Signore? Dove vuoi che andiamo, ormai, Signore? Dove trovare tanta serenità, tanta verità, tanto bene, tanta luce, tanto silenzio, dove trovare compassione e perdono? Ecco magari oggi potesse salire dal nostro cuore la stessa risposta:
"Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna".
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