Pensieri... Battesimo del Signore
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
07-01-2017
PENSIERI... BATTESIMO DEL SIGNORE
Domenica 8 gennaio 2017
Oggi, festa del Battesimo del Signore, contempliamo quel “tu vieni da me” che il Battista esclama a Gesù, vedendolo in fila con i peccatori entrare nelle acque del fiume Giordano per essere battezzato… Ma forse questa esclamazione la possiamo intravvedere anche negli altri che abbiamo incontrato in questo tempo di Natale, non si sarà fatta la stessa domanda Maria, all’annuncio dell’Angelo? O Giuseppe in sogno quando gli viene chiesto in fondo di rovesciare la sua vita, i suoi progetti, i suoi sogni? Ecco cosa voleva essere il Natale, questo tempo che abbiamo celebrato e vissuto, forse voleva proprio che ci interrogassimo sul fatto che Gesù non nasce semplicemente o viene per l’umanità, ma viene per me, viene per te…
“Tu vieni da me”, sì viene proprio per noi…per te….Lo hai accolto? Lo hai fatto nascere nel tuo cuore? La festa di oggi ci dice che nel Battesimo lui è venuto in noi e per noi, si tratta di essere coscienti di questo dono che abbiamo ricevuto…
Lo stupore di un Dio che si ci raggiunge là dove siamo….
La bella notizia è che Dio si fa incontro, fa quel pezzo di strada che noi non riusciremmo mai a fare a causa della nostra povertà, del nostro peccato…e questa iniziativa di Dio che ci viene incontro è la sua misericordia…
Domani inizia il tempo ordinario…eppure che cosa c’è di ordinario in un tempo abitato da Dio? Certo tutto diventa straordinario, occasione di grazia, di amare…e allora oggi vogliamo benedire chi ci ha fatto questo grande dono, il Battesimo!
Tra il battesimo di Giovanni e il nostro battesimo ci sta il Battesimo di Gesù. Facendosi battezzare da Giovanni, Gesù pone fine al battesimo di lui, e lo lice chiaramente il racconto di Luca:
«[21]Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera (')» (Lc 3, 21a).
 «Tutto il popolo» è già stato battezzato; Gesù è l'ultimo della fila, e con il suo battesimo chiude un'epoca della storia della salvezza per aprirne un'altra, quella definitiva.
 Quel giorno dell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, quando il falegname di Nazaret aveva circa trent’anni, l’incarnazione del Verbo ha registrato una ulteriore “discesa”. Con la scelta di farsi battezzare da Giovanni, Gesù dimostra di non voler prendere le distanze dalla massa corrotta e corruttrice dei peccatori, ma si mescola con essa, pur nella consapevolezza della propria origine divina… L’incarnazione per il Figlio di Dio non è solo il farsi uomo, ma l’immergersi completamente nella pasta guasta e avariata –chiamiamola così- dell’umanità peccatrice. Perché ci ricorda l’autore della Lettera agli Ebrei: “doveva rendersi in tutto simile ai fratelli (…) allo scopo di espiare i peccati del popolo” (Eb 2,17). Per questo non gli bastò farsi uomo; non gli bastò neanche impegnare trenta lunghissimi anni per imparare a diventare uomo, ma “spogliò se stesso prendendo la condizione di schiavo” (Fil 2,7).
In altre parole: Gesù “scende dalle stelle”, come recita il famosissimo canto natalizio di sant’Alfonso Maria de' Liguori e si cala nel nostro mondo, lo trova malsano e malmesso, e cosa fa? Sceglie di farsi compagno di tutti i peccatori – fino a giocarsi la reputazione – come “un mangione e un beone”. Si fa carico, come un agnello innocente, di tutto il peccato del mondo, e con la sola forza dell’amore del Padre comincia ad attraversare le strade della vita beneficando e risanando tutti i prigionieri del male.
Ecco la bellezza e grandezza di questa festa, del Battesimo del Signore, nel quale egli ha voluto fossimo tutti battezzati…

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