Pensieri... Seconda domenica del Tempo Ordinario
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
12-01-2017
PENSIERI... SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 15 gennaio 2017
Abbiamo lasciato domenica scorsa uno sconcertato Giovanni Battista che a Gesù che si presentava davanti a lui per ricevere il Battesimo esclamava: “tu vieni da me?”  e dicevamo dello stupore che ci dovrebbe pervadere nel pensare a un Dio che ci raggiunge là dove siamo…dovremmo gioire della bella notizia di un Dio che si fa incontro, fa quel pezzo di strada che noi non riusciremmo mai a fare a causa della nostra povertà, del nostro peccato…e, questa iniziativa di Dio che ci viene incontro, dicevamo ancora, è la sua Misericordia….
Oggi ancora incontriamo il Battista…e lui ancora una volta vede Gesù venire verso di lui…, è sempre Dio che ha l’iniziativa, un “Dio in uscita” direbbe qualcuno…ed é questa pagina di Vangelo quasi una coda del tempo gioioso del Natale, e Giovanni, vedendo nuovamente Gesù venirgli incontro, esclama: “Ecco l'agnello di Dio”. Parole diventate così consuete nelle nostre liturgie, in ogni Messa che quasi non sentiamo più il loro significato. Quello che Dio viene nella mitezza, un Dio che non può farci paura come un agnello che fa solo tenerezza…
Con questo suo stile proprio, dentro questa sua logica, della mitezza misericordiosa, Lui, dice il Battista, è l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, che rende più vera la vita di tutti attraverso lo scandalo della tenerezza, direbbe Papa Francesco.
Ma l'immagine che oggi il Vangelo ci regala di Cristo, quella di Gesù-agnello, richiama anche ai sacrifici di quel tempo….in particolare al sacrificio dell’Agnello pasquale che ricorda la liberazione, l’Esodo dalla schiavitù d’Egitto, introduce qualcosa che capovolge e rivoluziona il volto di Dio: il Signore non chiede più sacrifici all'uomo, ma sacrifica se stesso; non pretende la tua vita, offre la sua; non spezza nessuno, spezza se stesso, come il pane dell’Ultima cena, come il pane sull’altare…, non prende niente, ma dona tutto.
Allora la domanda che oggi potremmo farci, potrebbe essere, che volto di Dio ci portiamo nel cuore? Spesso non di un Dio così, che ci ama a oltranza, con una “Caritas sine modo” diceva don Tonino Bello
“Ecco l'agnello che toglie il peccato del mondo”, diceva la pagina evangelica, non «i peccati», al plurale, ma «il peccato» al singolare; non i singoli peccati che non mancheranno mai dalla nostra vita, ma quel peccato radicale, originale lo chiamiamo, che ci fa pensare –come Adamo ed Eva-  a un Dio concorrente, nemico della nostra vita, della nostra libertà, della nostra gioia.
In una sua omelia il Papa San Giovanni Paolo II diceva: In quell'evento straordinario, in quel venire più volte di Gesù verso di lui (come è affrescato anche sulla volta della nostra chiesa…)  Giovanni vede realizzarsi quanto era stato detto riguardo al Messia nato a Betlemme, adorato dai pastori e dai Magi. È proprio Lui l’annunciato dai Profeti, il Figlio prediletto del Padre, che dobbiamo cercare mentre si fa trovare, e invocare mentre ci è vicino.
Questa liturgia ci fa rivivere la suggestiva scena evangelica…”oggi” la promessa sta per realizzarsi e un'era nuova si apre per l'intera umanità. Quest'uomo, che all'apparenza non è diverso da tutti gli altri, in realtà è Dio venuto fra noi per dare a quanti l'accoglieranno il potere di "diventare figli di Dio”, togliendo da essi il morso mortale del peccato. Nella professione, tra qualche istante, della nostra fede, chiediamo al Signore questa grazia, di credere e di vivere la bellezza e la dignità del nostro Battesimo.
 
 

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