Pensieri... Omelia della notte di Natale
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RUBRICHE > Riflessioni sul Vangelo
25-12-2015
PENSIERI... OMELIA DELLA NOTTE DI NATALE
Nel contemplare il presepe la grazia che ci verrà donata sarà la voglia di essere buoni”, così affermava Papa Francesco, quando ancora come Arcivescovo di Buenos Aires si rivolgeva ai suoi fedeli.
Egli diceva ancora: “Accostarci al presepe è accostarsi al mistero della Bontà, ed è un atto che purifica, perché è lì che si incarna la somma bontà: Gesù”. 
Contagiati da questo amore, che sappiamo, in Gesù non è stato poesia…ma carne e sangue, passione, misericordia, una vita donata, siamo chiamati a rinascere, perché Lui rinasce e ci fa rinascere, se abbiamo il coraggio di accoglierlo. Siamo chiamati a rinascere dentro quella nostra talvolta terribile quotidianità che ci ha tolto la poesia del Natale, ma forse per questo ce lo rende più vero…così come è stato per il Signore laggiù a Betlemme, in quella Borgata, in un’umiltà senza alcun segno di poesia…
Natale senza poesia, cioè un po‘ di fiducia per tante famiglie che lo vivranno con le ferite della divisione, con l’insicurezza o la mancanza del lavoro, con poco futuro per i giovani, con un vuoto incolmabile per la scomparsa di una persona cara. Sì il contesto, la nostra storia presente non ci aiuta…sappiamo tutti cosa c’è nel mondo e anche nelle nostre comunità…
Che Natale è un Natale così?
Non diciamolo a Maria e Giuseppe, il Vangelo è stato chiaro: ”lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.” Adesso non ci sono gli angeli che l’avevano annunciato, sì ai pastori ma alla grotta nemmeno l’ombra…di ali…
In questa famiglia di Nazareth davvero contempliamo la Chiesa in uscita tanto cara a Papa Francesco, che solidarizza con i poveri ma anche con la povertà, che si fida soltanto di Dio…
E Dio viene, e Gesù nasce...sempre in un momento di fatica, di lotta, di dolore significato da quella stalla… Questa è l’incarnazione, la solidarietà effettiva di un Dio che entra nella storia per salvarci, per ridarci la dignità perduta, perché non ci lasciamo rubare la speranza….
Oggi siamo usciti di casa in un simbolico pellegrinaggio, non siamo rimasti fermi come Erode, gli scribi e i farisei, i sacerdoti del tempio di Gerusalemme….facciamo sì che questo nostro venire oggi a contemplare il mistero del Signore Gesù che viene, che non ci abbandona…mai perché Lui è Misericordia, possa tradursi in un desiderio di vita cristiana. Che sia davvero questa Eucaristia di gioia, questo Natale quel qualcosa di prezioso e significativo che riscatti un Natale già da un paio di mesi purtroppo consumato e svilito da mille pubblicità…Concludo con una frase di Benedetto XVI pronunciata proprio per Natale: Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui!
Allora vi faccio di cuore, ci facciamo l’augurio più vero per un Natale di pace che ci renda più umani, più credenti nel Vangelo.

Bon Nadal a duc dal font dal cur specialmenti ta nestris fameiis e a cui che sufrìs
Vesel Bôžič! in mir za vsé
 
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