Alessia Di Bernardo, la commercialista, trentenne, strappata alla vita da un'encefalite virale aveva tagliato numerosi traguardi professionali e sportivi. Alessia risiedeva con i genitori in via Pilutti, a Udine, al malore, soccorsa dal padre, l'intervento del 118 e la corsa in ospedale si sono rivelate inutili. Da quel giorno, la giovane commercialista non aveva più ripreso conoscenza e dopo un mese è deceduta nel reparto di Terapia intensiva dell'Azienda ospedaliero-universitaria udinese. I genitori, sapendo di rispettare il volere della figlia, hanno donato gli organi.
Tante sono state le testimonianze verso la giovane, amici che con lei hanno condiviso numerose maratone sottolineano il suo sorriso e la sua vivacità. “Correva sempre con il sorriso, non sentiva la fatica, era lei quella che dava forza a tutti” ricorda l'amica d'infanzia, Elena Asquini, che con Alessia ha iniziato a correre nei campi di Baldasseria. Laureata in Economia e commercio all'università di Udine, Alessia Di Bernardo collaborava con uno studio legale, aveva un futuro promettente.
La ricchezza della sua persona ha lasciato tutti quelli che la conoscevano senza parole. Ma il dono di se stessa (degli organi) anche da morta ci dice che la vita è più forte della morte, certo dell’ultima irreversibile, ma anche di quelle piccole morti quotidiane che potrebbero far gettare la spugna nel sognare un mondo migliore, nell’amare gli altri, nell’impegnarsi con gratuità. Quest’ultimo atto è stato come il sigillo di una giovane esistenza che però ha un grande senso come ci ricorda il libro della Sapienza: “Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.8Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e un'età senile è una vita senza macchia.”
E’ stato misterioso l’incontro con i suoi genitori e con la sua storia, grazie a un mio biglietto che essi hanno conservato gelosamente per ben 16 anni con la speranza un giorno di incontrarci e condividere certo un gesto, un lutto, ma soprattutto la ricca esistenza di questa ragazza e la preziosità del suo immenso dono.
Don Maurizio